2012-11-30

L'Italia di Le Corbusier


Le Corbusier, pseudonym of Charles-Edouard Jeanneret-Gris: architect, sculptor, painter, brilliant thinker of his time, a father of modern town planning and a master of the Modern Movement along with Mies van der Rohe, Gropius, Lloyd Wright and Aalto. MAXXI Architettura is devoting to this figure the exhibition L’Italia di Le Corbusier curated by Marida Talamona (18 October 2012 – 17 February 2013).
Le Corbusier, dal 1920 pseudonimo di Charles-Édouard Jeanneret: architetto, scultore, pittore, geniale pensatore del suo tempo, padre della moderna urbanistica e maestro del Movimento Moderno con Mies van der Rohe, Gropius, Lloyd Wright e Aalto. Il MAXXI Architettura gli ha dedicato la mostra L’Italia di Le Corbusier a cura di Marida Talamona (18 ottobre 2012 – 17 febbraio 2013).
320 original documents and 300 photographs for an exhibition that, adopting a chronological and thematic format, presents the influence of Italy on the training and the work of the master: from the first trips early in the 20th Century to the unbuilt projects for the Olivetti Electronic Calculation centre at Rho and the hospital in Venice from the 1960s.
The exhibition features a variety of documents, notes on trips, studies, cultural exchanges and personal aspirations, from sketches of the Italian monuments in carnets de voyage to the 18th century reproduction of the plan of ancient Rome by Pirro Ligorio of which Le Corbusier reproduced a fragment to illustrate his Leçon de Rome; from the correspondence with Pier Luigi Nervi to the six large sheets with drawings sketched during the conference in Milan in the June of 1934. A wealth of photographic material accompanies the exhibition, providing for an integrated reading of a less well-known Le Corbusier in the dialogue he established with his artistic and architectural contemporaries, restoring the full breadth of his intellectual stature and the exceptional nature of his thinking.
The exhibition design by Umberto Riva is a sophisticated tribute to the master: the narration is lent rhythm by a sequence of wooden panels delineating a layout that dialogues with both the extraordinary of the Corbusian drawings and MAXXI’s contemporary architecture.
320 documenti originali e 300 fotografie per un'esposizione che, seguendo un filo cronologico e tematico, documenta le molteplici influenze che l’Italia ha avuto sulla formazione e sul lavoro del maestro: dai primi viaggi, agli inizi del Novecento, ai progetti mai realizzati per il Centro Calcolo Olivetti di Rho e per l’Ospedale di Venezia degli anni Sessanta.
Il percorso della mostra si snoda tra documenti diversi che documentano la complessa formazione "italiana" dell'architetto: testimonianze di viaggi, studi, scambi culturali e aspirazioni personali; dagli schizzi dei monumenti italiani sui carnets de voyage alla riproduzione settecentesca della pianta di Roma Antica di Pirro Ligorio, di cui Le Corbusier riprodusse un frammento per illustrare la sua Leçon de Rome; dalla corrispondenza con Pier Luigi Nervi ai sei grandi fogli con disegni schizzati durante la conferenza di Milano nel giugno 1934. Un ricco apparato fotografico accompagna la mostra offrendo una lettura integrata di un Le Corbusier meno noto, nel dialogo che instaura con gli artisti e gli architetti suoi contemporanei, restituendo la completezza della sua statura intellettuale e l’eccezionalità del suo pensiero.
L’allestimento, a cura di Umberto Riva, è un raffinatissimo omaggio al Maestro: la narrazione è scandita da un susseguirsi di pareti in tavolato di legno, che delineano un percorso espositivo che dialoga al tempo stesso con gli straordinari disegni lecorbuseriani e con l’architettura contemporanea del MAXXI.

Tavole schizzate da Le Corbusier durante la conferenza Urbanismo tenuta presso il Circolo filologico milanese, 1934; Courtesy Archivio Piero Bottoni-DPA-Politecnico di Milano
“The exhibition recounts another Le Corbusier, one less well-known but of great significance.” Says Marida Talamona, curator of the exhibition. “A tireless draughtsman, In Italy Le Corbusier studies the architecture o the past, considering it to be not an inert material but rather a live source, rich in links with the present and stimuli for the Architecture des temps nouveaux. The teachings he absorbed in from Pisa, from Pompeii, from the cell of the Certosa di Galluzzo or from the urban plan of Venice remained indelible aspects of his architectural thinking through to hi very last project, the new hospital in Venice, which unfortunately was never built.”
“La mostra racconta un altro Le Corbusier, meno conosciuto e di grandissima rilevanza. – dice Marida Talamona, curatore della mostra - Disegnatore instancabile, in Italia Le Corbusier studia le architetture del passato considerandole non un materiale inerte ma una fonte viva, ricca di annodamenti con il presente e di stimoli per l’Architecture des temps nouveaux . Gli insegnamenti tratti da Pisa, da Pompei, dalla cella della certosa del Galluzzo o dalla forma urbana di Venezia restano indelebili nel suo pensiero architettonico fino all’ultimissimo suo progetto, il nuovo ospedale di Venezia, rimasto purtroppo non realizzato.”

THE FORMATIVE TRIPS (1907 – 1922)
Six sections feature the study photographs of the ruins of Pomepeii and Rome taken by the architect in 1911, together with many drawings and watercolours realised during the course of the four Italian trips completed between 1907 and 1922: the Tuscan watercolours, the architectural drawings of Pompeii and Villa Adriana, the buildings of the Campo dei Miracoli at Pisa, the Certosa di Galluzzo, the studies of the Belvedere Courtyard in the Vatican and the watercolour views of Venice.
I VIAGGI DI FORMAZIONE (1907 – 1922)
In sei sezioni sono esposte le fotografie di studio scattate dall’architetto alle rovine di Pompei e Roma nel 1911, insieme ai molti disegni e acquarelli realizzati nel corso dei quattro viaggi italiani compiuti tra il 1907 e il 1922: gli acquerelli toscani, i disegni architettonici di Pompei e Villa Adriana, gli edifici del Campo dei Miracoli di Pisa, la Certosa del Galluzzo, gli studi sul cortile del Belvedere in Vaticano, le vedute a acquerello di Venezia.

L’ESPRIT NOUVEAU – VALORI PLASTICI (1920 – 1922)
Particular attention has been paid to Le Corbusier the painter, to the episode of the journal L’Esprit Nouveau which he directed together with the Purist painter Amedeé Ozenfant between 1920 and 1925, to his relationships with the Italian periodicals, in particular Valori Plastici, and to the dispute with the painter Gino Severini over the issue of Proportion. His paintings from the Purism period are on show together with works by Carlo Carrà, Giorgio Morandi and Severini.
L’ESPRIT NOUVEAU – VALORI PLASTICI (1920 – 1922)
Particolare attenzione è dedicata a Le Corbusier pittore, all’esperienza della rivista L’Esprit Nouveau che dirige tra il 1920 e il 1925 insieme al pittore Amédée Ozenfant, ai rapporti con le riviste italiane, in particolare Valori Plastici, e alla querelle con il pittore Gino Severini sul tema della Proporzione. I suoi dipinti degli anni del Purismo sono messi a confronto con i quadri di Carlo Carrà, Giorgio Morandi e Severini.

THE THIRTIES
During this period Le Corbusier established relationships with the young Rationalist architects in Turin, Milan, Rome and Venice. This section presents evidence of Le Corbusier’s cultural and professional exchanges with Piero Bottoni, Luigi Figini, Alberto Sartoris, Gino Pollini and Giuseppe Terragni of whom letters and photographs are on show, and with Guido Fiorini whose drawings of a tensile structure skyscraper that Le Corbusier included in his plan for Algiers are exhibited. This section also features the photographs taken by Bottoni and Pollini aboard the ship that hosted the IV Congress of Modern Architecture in 1933.
Ample space is devoted to Le Corbusier work in the field of town planning in those years and his desire to put his ideas for the cite radieuse into practice: an autograph dedication in a copy of the second volume of his Complete Works sent to Mussolini testifies to his attempts win the commission for the plan for Pontinia, the third new town founded in the Lazio region.
The search for clients led him to contact major Italian companies such as FIAT and OIivetti, expressions of an expanding and extremely modern industrial sector. The documentation includes part of the correspondence with Adriano Olivetti and the photographs taken on the roof of the Lingotto in Turin aboard a Fiat Balilla Sport.
GLI ANNI TRENTA
A questi anni risalgono i rapporti con i giovani architetti razionalisti italiani a Torino, Milano, Roma e Venezia. In mostra testimonianze degli scambi culturali e professionali di Le Corbusier con Piero Bottoni, Luigi Figini, Alberto Sartoris, Gino Pollini e Giuseppe Terragni di cui sono esposte lettere e fotografie e con Guido Fiorini, di cui sono presentati i disegni del Grattacielo a tensistruttura che Le Corbusier include nel suo piano per Algeri. In questa sezione anche le fotografie scattate da Bottoni e Pollini a bordo della nave che ospitò nel 1933 il IV Congresso Internazionale di Architettura Moderna.
Ampio spazio viene dato alla ricerca urbanistica di Le Corbusier in quegli anni e al suo desiderio di attuare la propria idea di città radiosa : la dedica autografa scritta sul secondo volume dell’Opera Completa, inviato a Mussolini, testimonia i suoi tentativi di avere l’incarico del piano di Pontinia, terza città di nuova fondazione nel Lazio.
La ricerca di committenti lo portò a rivolgersi alle grandi aziende italiane come FIAT e Olivetti, espressioni di una realtà industriale in crescita e di grande modernità. Ne sono testimonianza la corrispondenza con Adriano Olivetti e le fotografie realizzate sul tetto del Lingotto di Torino a bordo di una Balilla sport.

THE POST-WAR YEARS
In the early 1940s Le Corbusier added sculpture to his his interests in painting and architecture, theorising the necessity for a synthesis of the plastic arts. In 1947 he met Costantino Nivola, with whom he gained personal experience of the sand-casting technique on a Long island beach and made two sculptures in Murano glass, represented in the exhibition by the preparatory drawings.
Now enjoying international repute, in the post-war years Le Corbusier returned to Italy on a number of occasions: to Bergamo on the occasion of the VII CIAM (1949), to Milan, invited by the Triennale for the conference De Divina Proportione (1951), to Venice for the International Conference of Artists and the CIAM summer school (1952), to Turin (1961) and to Florence where in 1963 the first major Italian exhibition of his work was staged in 1963.
This exhibition concludes with two extensive sections dealing with the architect’s professional commissions between 1962 and 1965: the Olivetti Electronic Calculation Centre in Rho and the new hospital in Venice, neither of which were built, in part due to Le Corbusier's death in the August of 1965.
Significant testimony to the architectural poetic of the later years, these projects are documented through sketches, drawings, a number of original models and a contemporary films in which the old Corbu talks about Venice and his deep admiration for the city ever since his first visit in the autumn of 1907.
IL SECONDO DOPOGUERRA
Nei primi anni Quaranta Le Corbusier aggiunge all’architettura e alla pittura anche l’attività di scultore, teorizzando la necessità di una Sintesi delle arti plastiche. Nel 1947 incontra Costantino Nivola con il quale sperimenta la tecnica del sand-casting sulla spiaggia di Long Island e realizza due sculture in vetro di Murano, di cui si presentano in mostra i disegni preparatori.
Nel secondo dopoguerra, Maestro di fama internazionale, Le Corbusier tornerà più volte in Italia: a Bergamo in occasione del VII CIAM (1949), a Milano invitato dalla Triennale al Convegno De Divina Proportione, (1951) a Venezia alla Conferenza Internazionale degli Artisti e alla scuola estiva dei CIAM (1952), a Torino (1961), a Firenze dove nel 1963 è allestita la prima grande esposizione italiana dedicata all’opera lecorbuseriana.
L’esposizione si conclude con due ampie sezioni dedicate agli incarichi professionali tra il 1962 e il 1965: il Centro Calcolo Olivetti a Rho e il nuovo Ospedale di Venezia, entrambi non realizzati anche a causa della morte dell’architetto nell’agosto 1965.
Straordinarie testimonianze della poetica architettonica degli ultimi anni, questi progetti sono documentati con schizzi, disegni, i diversi modelli originali e alcuni filmati dell’epoca nei quali il vecchio Corbu racconta Venezia e la sua ammirazione profonda per la città sin dalla sua prima visita nell’autunno 1907.

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