SCEG operates from Turin and was founded in 2009 by Stefano Carera and Eirini Giannakopoulou. The two young architects, Carera was born in 1984 and Giannakopoulou in 1983, recently took part in two competitions, obtaining good results. Their practise always tries to establish a constant and reciprocal dialogue between art and architecture. Their references in simple archetype forms are their elements and their vocabulary of designing. Utopia and theory are the challenges of their research and their diagrammatic analysis of different visions of architecture.
SCEG ha sede a Torino ed è stato fondato nel 2009 da Stefano Carera e Eirini Giannakopoulou. I due giovani architetti, Carera è del 1984 e Giannakopoulou del 1983, hanno partecipato di recente a due concorsi, ottenendo degli ottimi risultati.
Nei loro lavori si riscontra sempre un dialogo serrato tra arte e architettura. Il riferimento alle forme archetipe è un elemento fondamentale del loro lavoro e del loro vocabolario creativo. L’utopia e la teoria sono gli obiettivi delle loro ricerche e il loro strumento di analisi per diverse visioni di architettura.
“The beautiful dump” is the title of the winner idea of “New York Cityvision Competition”. SCEG won it with Isola and Norzi (Hilario Isola, Matteo Norzi).
This was the topic: If the future is lost what past awaits us? Imagine how it will be New York in the near future if its handling of the urban setting and its architectural objects, together with its inhabitants, were influenced by space and time.
This is their answer: “we have interpreted the competition as an homage to Romanian-born American artist, architect, cartoonist and illustrator, Saul Steinberg (1914–1999). [...] Nowadays trying to imagine the future would give anyone reason to worry about, for the catastrophic impact of civilization on the environment and the global climate. [...] The preliminary remarks of the project are a near future connoted by a difficult handling, with waste that piles up out of all proportion; the citizenry of Manhattan calls for abandoning the not in my back yard attitude and faces up its own responsibility taking the decision of managing the garbage disposal inland, inside the limits of the island. A radical cultural and technological transformation, able to revolutionize the energy balance, develops a different skyline and opens to a new life style as well.” So, the population moves out, densifying the other Borroughs; New York City becomes energetically independent exploiting the waste as an energetic resource; a new landscape of smooth hills embodies the buildings as well as the disposal and transformation process of the wast; the skyscrapers get abandoned; only the main architectonical feature of the buildings, the top, emerges from the new ground level becoming a monument.
"The beautiful dump" è il titolo dell'idea vincitrice del "Concorso New York Cityvision", che SCEG ha vinto con Isola e Norzi (Hilario Isola, Matteo Norzi).
Questo il tema dato: Se il futuro è andato perso che passato ci aspetta? Immaginate come sarà New York nel suo prossimo futuro se la manipolazione del contesto urbano e dei suoi oggetti architettonici, uniti ai suoi abitanti, venissero influenzati da spazio e tempo.
Questa è la loro risposta: "Abbiamo interpretato la gara come un omaggio all’artista, architetto, fumettista e illustratore rumeno Saul Steinberg (1914-1999). [...] Oggi, cercare di immaginare il futuro suscita preoccupazione, per l'impatto catastrofico della civiltà sull'ambiente e sul clima globale. [...] Le premesse del progetto sono l’immagine di un prossimo futuro connotato da una gestione difficile, con i rifiuti che si accumulano a dismisura; i cittadini di Manhattan chiedono l'abbandono dell’atteggiamento not in my back yard e affrontano la propria responsabilità di prendere la decisione di gestire lo smaltimento dei rifiuti all'interno, entro i limiti dell'isola. Una trasformazione radicale, culturale e tecnologica, in grado di rivoluzionare il bilancio energetico, di sviluppare un orizzonte diverso e di aprirsi ad un nuovo stile di vita.” Quindi, la popolazione esce dalla città, andando ad abitare i sobborghi; New York diventa energeticamente autosufficiente sfruttando i rifiuti come risorsa energetica; un nuovo paesaggio di dolci colline inghiotte gli edifici, come i dispositivi di smaltimento e trasformazione dei rifiuti; i grattacieli vengono abbandonati; solo la parte principale degli edifici, la parte superiore, emerge dal livello del suolo diventando monumento.
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