Today
starts the 13th International Architecture Exhibition: Common Ground
directed by David Chipperfield. The exhibition will be, as usual, in the
historical Pavilions in the Giardini and the Arsenale in Venice's
historic center. Nations present for the first time will be four:
Angola, Republic of Kosovo, Kuwait, Peru.
Apre
oggi i battenti la 13ma Mostra Internazionale di Architettura: Common
Ground diretta da David Chipperfield. La Mostra sarà affiancata, come di
consueto, negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel
centro storico di Venezia, da 55 Partecipazioni nazionali. Le nazioni presenti per la prima volta saranno quattro: Angola, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Perù.
I
was impressed by the presentation of the Canada Pavilion, Migrating
Landscapes, containing a vision typically Canadian, in tune with the
rest of the international trend, with an increase in mobility not only
of people but also of cultures. With the increase of migration flows
challenges arise at all levels. Migrating landscapes tries to explore
these issues.
Migrating
Landscapes Organizer (MLO) has invited, through a national competition,
young Canadian architects and designers from a wide range of cultural
backgrounds and training, to create scale models of "houses" accompanied
by a video that draw on the memories of the various cultures. The
resulting exhibition is a statement of the concepts of
"settling-unsettling" that deal with various forms of immigration and
memories of the way this has turned the city into a new "urban
landscape" modular. The theme of "Common Ground" echoes in Migrating
Landscapes, discussing socio-political boundaries, migration of people
and ideas and highlighting the attitude, conscious or unconscious, that
we all have towards other.
Mi
ha colpito la presentazione del Padiglione del Canada, Migrating
Landscapes, che presenta una visione tipicamente canadese, in sintonia
del resto con la tendenza internazionale, ad un aumento della mobilità
non solo delle persone, ma anche delle culture. Con l’aumentare dei
flussi migratori nascono sfide a tutti i livelli. Migrating landscapes
cerca di
esplorare questi temi.
Migrating
Landscapes Organizer (MLO) ha invitato, attraverso una competizione
nazionale, i giovani architetti e designer canadesi provenienti da una
vasta gamma di retroterra culturali e formativi, a creare modelli in
scala di “abitazioni” accompagnati da video che si rifanno alle memorie
delle varie culture. La mostra che ne risulta è un’affermazione dei
concetti di “settling-unsettling” che trattano varie forme di memorie
dell’immigrazione e del modo in cui questa ha trasformato la città in un
nuovo “paesaggio urbano” modulare.
Il
tema del “Common Ground”, il suolo comune riecheggia nelle proposte di
Migrating Landscapes, ridiscutendo i confini socio-politici, la
migrazione di genti e di idee e facendo emergere l’atteggiamento,
conscio o inconscio, che tutti noi abbiamo nei confronti degli altri.
Another interesting Pavilion is Portugal’s Lisbon Ground.
The
ambition of Common Ground is to reassert the existence of an
architectural culture, made up not just of singular talents but a rich
continuity of diverse ideas united in a common history, common
ambitions, common predicaments and ideals.
In
architecture everything begins with the ground. It is our physical
datum, where we make the first mark, digging the foundations that will
support our shelter. On the ground we draw the line that defines the
boundary of what is enclosed and what is common.
The
territory of architecture has been reduced in many cases to conforming
to regulations, maximising size and density on a given site, and
achieving some vague sense of compatibility with the context.
Architecture requires collaboration. It is difficult to think of a
peaceful activity that draws upon so many diverse contributions and
expectations. It involves commercial forces and social vision, and it
must deal with the wishes of institutions and corporations and the needs
and desires of individuals. Architects can only operate through the
mechanisms that commission them and which regulate their efforts.
Architecture
has always been an act of resistance, resistance to the elements and
the forces of chaos. Architecture offers refuge and can create a world
within a world, giving order and meaning through the significance of its
efforts.
Un altro padiglione che mi sembra interessante è quello del Portogallo: Lisbon Ground.
L'ambizione
di Common Ground è quella di riaffermare l'esistenza di una cultura
architettonica, fatta non solo di talenti singoli, ma di una comunità
ricca di idee diverse unite in una storia comune, ambizioni comuni,
situazioni difficili e ideali comuni.
In
architettura tutto comincia con il terreno. È il nostro dato fisico,
dove facciamo la prima segno, scavando le fondamenta che sosterranno il
nostro edificio. A terra dobbiamo disegnare la linea che definisce il
limite di ciò che è racchiuso e ciò che è comune.
In
molti casi il territorio dell'architettura è stato ridotto al
conformarsi alla normativa, massimizzando le dimensioni e la densità in
un determinato sito, per raggiungere un certo senso vago di
compatibilità con il contesto. L’architettura richiede la
collaborazione. E’ difficile pensare ad una pacifica attività che deve
attingere a diversi contributi e rispettare tante aspettative. Coinvolge
forze commerciali e la visione sociale, e deve fare i conti con i
desideri delle istituzioni e delle società e le esigenze e i desideri
degli individui. Gli architetti possono operare solo attraverso i
meccanismi che li commissionano e che regolano i loro sforzi.
L'architettura è sempre stata un atto di resistenza, resistenza agli
elementi e alle forze del caos. Essa offre rifugio ed è in grado di
creare un mondo all'interno di un mondo, dà ordine e significato
attraverso il significato dei suoi sforzi.
I
found interesting the challenge of the Slovenian Pavilion: What is our
vision of the city in a hundred years? Is it possible to imagine a
century in advance what the needs and functions of a city and plan
accordingly urban suitable infrastructure? In the past, the architecture
has given trajectory design to address the complex social behavior of
people and will probably continue to play this role in the future. The
planning task is rather to rationalize the innovations and developments
introduced, giving them a direction and a logical addition to supply a
revision and assessment in historical perspective.
Interessante
anche la sfida del Padiglione Sloveno: Qual è la nostra visione della
città fra cento anni? E’ possibile immaginare quali siano i bisogni e le
funzioni di una città un secolo in anticipo e progettare di conseguenza
infrastrutture urbane adatte? In passato l’architettura ha indicato
traiettorie di progettazione per soddisfare i complessi comportamenti
sociali dei cittadini e probabilmente continuerà ad avere questo ruolo
anche in futuro. Il compito dell’urbanistica è invece quello di
razionalizzare le innovazioni e sviluppi introdotti, dando loro una
direzione e una logica; oltre a fornirne una rilettura e valutazione in
prospettiva storica.
The Spanish Pavilion brings together the work of a small sample of 7 teams of Spanish architects [Vicente Guallart, S.M.A.O , Cloud9 , Menis arquitectos , RCR Architects, selgascano, Ecosistema Urbano ] who clearly express through their actions the innovative potential of Spanish architecture.
Sono curiosa di vedere anche il Padglione spagnolo, che riunirà il lavoro di un piccolo gruppo di architetti spagnoli (Vicente Guallart, S.M.A.O , Cloud9 , Menis arquitectos , RCR Architects, selgascano, Ecosistema Urbano) che rappresentano attraverso il loro lavoro il potenziale innovativo dell’architettura iberica.
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